Museo Sansossiano di Arte Sacra
Il Museo Sansossiano di Arte Sacra fu istituito il 26 novembre 1996 dalla Parrocchia di San Sossio L. e M., su impulso dell’allora parroco Mons. Angelo Perrotta, con lo scopo preciso di recuperare le stratificazioni decorative della basilica distrutta dall’incendio del 29 novembre 1945. Quest’atto istitutivo si configurò come il momento finale di un percorso di recupero delle testimonianze culturali del territorio che la Parrocchia aveva intrapreso già negli anni Cinquanta, e allo stesso tempo rappresentò l’inizio del nuovo cammino di valorizzazione del patrimonio frattese di fede e di arte nel quale sono stati e sono coinvolti tutti i membri della comunità locale. La storia che il Museo Sansossiano intende raccontare è la storia religiosa, sociale, culturale, economica e politica di Frattamaggiore e dell’area nella quale il centro urbano si colloca. Il Museo fu allestito sin dal suo nascere nella cripta della chiesa di San Sossio, dichiarata dapprima Monumento nazionale, poi Basilica pontificia. Nel corso degli anni, con strumenti propri e con finanziamenti pubblici, in particolare quelli regionali, la Parrocchia è riuscita a dare adeguati ordinamento e sistemazione alle raccolte museali, garantendone la conservazione e la fruizione, al punto da riuscire ad ottenere per il suo Museo l’iscrizione nell’AMEI e nel 2008 l’acquisizione dello status di Museo d’interesse regionale. Oggi il Museo è suddiviso in tre sezioni. Nella prima sono raccolti i frammenti dei tre altari del XVIII secolo (altare maggiore, altare del Rosario e altare del Crocifisso) realizzati da Giovan Battista e Giacomo Massotti, famiglia di marmorari napoletani attivi già dagli inizi del XVIII secolo; nella seconda sezione, i frammenti lapidei databili dal XVI al XIX secolo (una mostra di lavabo da sacrestia del XVI secolo, la lastra terragna di un cavaliere togato del XVI secolo, i resti della balaustrata del fonte battesimale del 1809, varie riggiole del XIX secolo); la terza sezione è caratterizzata dalla presenza di varie lapidi con iscrizioni e lastre terragne databili dal XVIII al XX secolo.