Parrocchia

La Basilica Pontificia di San Sossio L. e M. di Frattamaggiore

La più antica testimonianza dell’esistenza della chiesa di San Sossio è riscontrabile nelle Rationes Decimarum, raccolte delle decime ecclesiastiche o sacramentali effettuate in Frattamaggiore tra gli anni 1308-1310. Non sappiamo con certezza se prima di questa data fosse già presente un edificio dedicato al Santo Patrono di Frattamaggiore (sebbene le fonti locali parlino di un antico edificio databile tra il IX ed il X secolo) né se fosse collocato nell’attuale piazza Umberto I. Le analisi sullo stile architettonico della Chiesa non lasciano, tuttavia, molti margini di dubbio sul periodo di costruzione collocabile approssimativamente nel XIII secolo, come testimonia l’impianto basilicale di tipo romanico. In seguito all’incendio del 1945 il commissario Rosi, Regio Sovrintendente alle Antichità e Belle Arti per la Campania, durante i lavori e dopo un attento esame, giudicò l’edificio di periodo tardo gotico e, pur considerando l’originario impianto del X secolo circa, riteneva che la Chiesa fosse stata ricostruita durante il XIV secolo. Un primo importante intervento alla struttura della chiesa di San Sossio fu eseguito, dunque, intorno al XVI secolo con la rielaborazione del transetto, l’innalzamento della struttura muraria e il rifacimento della facciata. Questa presenta un portale datato al 1564, la cui iscrizione è ancora leggibile sullo scalino d’ingresso della chiesa: «SABBATINI FUSCONE AERE FACTUM A.D. M.D.L.X.IIII.». Il resto della facciata e il campanile presentano forti richiami allo stile architettonico di Arcangelo Guglielmelli (Napoli 1648-1723), le cui opere sono documentate fino al 1717. Egli fu innanzitutto un abile decoratore e disegnatore di stucchi: le due statue, collocate nelle nicchie della facciata raffigurante i santi patroni di Frattamaggiore, San Sossio e Santa Giuliana, sono databili intorno alla prima metà del Settecento e presentano analogie stilistiche con altri stucchi decorati dall’artista nelle chiese di Napoli. Il campanile, leggermente distaccato dal corpo della Chiesa, è posto sul lato destro rispetto al visitatore che si accinge ad entrare nell’edificio. Di forma rettangolare, in quattro ordini sovrapposti, è sormontato da una cuspide rivestita da mattonelle maiolicate aggiunta in epoca moderna. In cima al campanile fu posta una sfera di rame con placca d’ottone, costruita nel 1919 da Francesco Granata di Frattamaggiore. Dalla Cronica di Hieronimo de Spenis (1523-1605) sappiamo che il corpo di fabbrica fu innalzato nel 1546 e concluso nel 1598, mentre un restauro fu eseguito nel 1728, in seguito al terremoto del 1698 e ai danni causati dalla caduta di un fulmine. Anche in questo caso non sappiamo se, precedentemente alla data del 1546, l’edificio di san Sossio presentasse già un campanile, poi rielaborato in età rinascimentale, né se quella attuale sia la sua originaria collocazione. Oggi il campanile è ancora caratterizzato dallo stile architettonico del Settecento, sebbene ci siano stati successivi rimaneggiamenti; misura circa 40 metri e presenta tre campane realizzate nel XIX secolo.